Secondo le ultime stime dell’OMS, l’Organizzazione mondiale della sanità, più del 5% della popolazione mondiale soffre di disturbi uditivi di varia entità che incidono sulla qualità della propria vita. Circa 460 milioni di persone con disabilità uditiva, previste in crescita di numero fino a 900 milioni nel 2050.
Percentuale decisamente più elevata tra le persone anziane, dove la perdita uditiva è spesso legata semplicemente ad un “naturale” invecchiamento fisiologico delle cellule dell’orecchio. In questa fascia d'età il problema dell'ipoacusia è secondo solo all'artrosi.
Recentemente sono aumentati però anche i casi di disturbi uditivi nei giovani e nella fascia di età media. Un incremento legato allo stile di vita contemporaneo caratterizzato da una maggior esposizione al rumore ma anche da mancanza di informazione e prevenzione.
In Italia circa il 12% della popolazione, oltre 7 milioni di persone, soffre di disturbi uditivi e un adulto su tre negli over 65 ne è soggetto. Solo il 38% di queste persone ha effettuato un controllo dell’udito negli ultimi 5 anni e ben il 47% non ne ha mai effettuato alcuno. E secondo la ricerca Censis 2019 (fonti Eurotrak 2018, Oms, Ehima, Ana) solo il 29,5% degli ipoacusici italiani ha posto rimedio ai suoi problemi uditivi ricorrendo all'apparecchio acustico.
Un dato in netta contraddizione con la realtà dei fatti: l'81% degli utilizzatori si dichiara soddisfatto del proprio apparecchio acustico e addirittura l'86% della professionalità del proprio audioprotesista, dati tra i più alti in assoluto in Europa.
900 milioni previste entro il 2050
50% si potrebbe evitare con prevenzione primaria
54,7% chiede di ripetere
45,5% non percepisce voci sussurrate
39,5% percezione di insicurezza.
26,9% difficoltà ascolto TV e radio
78% migliora capacità comunicative
74% maggior senso di sicurezza
73% migliora relazioni familiari
73% migliora vita sociale
86% soddisfatti di audioprotesista
85% soddisfatti del counseling
83% soddisfatti della chiarezza percepita
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